Serve il vostro aiuto: dite il vostro sì!

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“Vi preghiamo di FAR GIRARE LA VOCE e CONDIVIDERE questo post sulla vostre pagine Facebook e Twitter.”

Come speriamo si veda dai contenuti e dalle iniziative che vi proponiamo, molto impegno è stato dedicato per rendere questo sito un luogo accogliente ed uno strumento utile per avvicinare alla nostra comunità le persone che, per vari motivi, non possono raggiungerci nei locali nei locali parrocchiali.

Ora è come se avessimo finito di costruire, attrezzare ed tinteggiare le sale dell’oratorio.

Abbiamo costruito una bella mediateca dove trovare testi, filmati ed immagini.

Abbiamo creato uno spazio di discussione dove parlare dei problemi della vita di ogni giorno.

Abbiamo creato un luogo dove si può discutere e ci si può confrontare sulle buone letture e sulla buona musica.

Abbiamo creato uno spazio di preghiera dove condividere le proprie preghiere e le proprie intenzioni.

Parecchi amici vengono a curiosare.

In genere abbiamo un centinaio di visite, in alcuni giorni ne abbiamo avute quasi 400.

Ora che abbiamo l’oratorio, servono amici che ci aiutino a gestirlo.

Dobbiamo formare un agguerrito team di redazione ed animazione di questo spazio virtuale.

ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO!

Tutti possono contribuire.

Non serve nessuna competenza informatica.

Avete l’occasione di trasformare il tempo passato bighellonando su Facebook, magari anche solo per staccare e rilassarsi, in un tempo utile per gli amici che vi circondano.

Noi vi possiamo garantire che questo “passatempo” è più divertente e lascia la sensazione di aver investito il proprio tempo in qualcosa di bello.

Serve solamente un forte desiderio di servire gli amici che ci vengono a trovare sul sito e gli amici del quartiere Ostiense.

Come qualunque offerta di partecipare ad un servizio (mensa, ascolto, cura dei poveri o degli anziani), l’offerta è aperta a tutti: ovunque abitino, di qualunque parrocchia facciano parte.

Basta che desiderino di dare un po’ di senso al loro tempo libero.

Preghiamo il Signore perché vi chiami anche a questo servizio.

Preghiamo voi perché rispondiate sì e vi mettiate a disposizione scrivendo ad admin@parrocchiasanbenedetto.org oppure lasciate un commento a questo post.Lo staff

 

photo credit: Words Words Words (36/365) via photopin (license)

Foto del Family Day

foto di Guido Mastrobuono

Ieri sono andato al Family Day con Stefano e Francesca Romana.

Sapevamo che anche Isabella era presente ma non l’abbiamo incontrata.

La manifestazione era molto particolare: tantissimi cattolici (dicevano 2 milioni), non abituati ad un’attività politica di piazza, si sono presentati con i figli per testimoniare il loro concetto di famiglia e la loro ferma intenzione di opporsi alle politiche che, attaccando la famiglia, cercano di distruggere l’unica difesa della povera gente.

Oggi leggo commenti sarcastici di tante anime belle di sinistra e mi chiedo se sono veramente convinti che il loro fare nulla sia una politica così vincente.

Condividiamo le foto con gli amici che non sono potuti venire.

Cliccate sulle foto per allargarle.

Chiunque abbia foto della parrocchia e degli eventi che la riguardano ci contatti (cliccando qui) e noi provvederemo a pubblicarle su questo sito in modo da renderle visibili per tutti i parrocchiani.

Le altre foto fin’ora pubblicare sono raggiungibili cliccando qui.

Ascolta figlio mio: la regola di San Benedetto discussa per vivere ora.

locandina

All’età di diciotto anni un giovanotto di belle speranze, educato cristianamente e con grande rigore, venne a Roma da Norcia, per completare gli studi. Nella capitale trovò uno spettacolo di corruzione e degrado civile e morale che lo scandalizzò profondamente e lo mise in crisi. Da qui la decisione di ritirarsi in eremitaggio e di andare a vivere sui monti sopra Subiaco nel silenzio e nella contemplazione.

Dopo una ventina d’anni di assoluta solitudine la sua fama di santità si era diffusa talmente che molti venivano a cercarlo anche tra quei monti sperduti per ascoltare il suo consiglio. Tra questi un gruppo sbandato di monaci, che apparteneva ad una comunità in grave crisi venne a chiedergli di divenire il loro abate. L’eremita accettò e scrisse per loro una Regola che è tutt’ora un monumento di sapienza ed equilibrio senza uguali.

L’eremita si chiamava Benedetto ed anche e soprattutto per quella regola è giustamente ritenuto il fondatore dell’Europa. Rileggere la regola di S. Benedetto oggi significa riappropiarsi del senso della vita, significa ritornare al fondamento della nostra tradizione e cultura, significa iniziare un percorso che può essere decisivo per una riscoperta di sé, significa incamminarsi decisamente verso Cristo senza oscillare più tra mille diverse direzioni

Al via le benedette serate. Se guardate con occhi essenziali, molto più di un mese di incontri.


Impossible word, revisit

A volte, i motivi per cui si fanno le cose contano di più delle cose che si fanno.

A volte ancora, certe cose stupiscono persino quelli che le fanno.

E i motivi per cui quelle cose erano state fatte, continuano a rimanere più importanti delle cose in sé stesse.

Le Benedette Serate sono una di queste cose.

Dovendo dire cosa sono le Benedette Serate potrebbe venire voglia di rispondere solamente che si tratta di una mesata di eventi tenuti nel chiostro della chiesa di San Benedetto al Gazometro.

Cinque eventi la settimana: dal lunedì al venerdì.

Però, così facendo, non si sarebbe nemmeno provato ad avvicinarsi all’essenza della cosa.

La parrocchia di San Benedetto è un luogo i cui abitanti fanno molto caso alle essenze.

Tutti quanti, a loro modo, ne vanno alla ricerca.

E l’essenza delle Benedette Serate è la ricerca di una frattura scomposta nella solitudine cittadina.

Ed i cristiani spezzano le solitudini attraverso la creazione di comunità.

Comunità di fratelli.

A ben pensarci, l’idea cristiana di comunità è un concetto che potrebbe apparire strano. Forse persino contraddittorio.

Sapete? Per i cristiani non esistono le masse: esistono gli individui.

Individui importantissimi, preziosi ed unici agli occhi del loro Dio.

Per questo motivo, nessuno può essere lasciato indietro. Tutti vanno conosciuti. Tutti vanno valorizzati.

Come nelle famiglie, dove ognuno dei figli è prezioso e dove tutti devono trovare la loro strada.

E la parrocchia è una famiglia di famiglie.

E le famiglie, la sera, debbono riunirsi per fare due chiacchiere.

Capite ora perché l’intento è più importante degli eventi?

Perché sarebbe come dare più importanza al programma che viene dato in televisione piuttosto che alla famiglia che si riunisce nel salotto.

Le Benedette Serate sono la comunità di Ostiense che si riunisce in un salotto che ha come pareti il chiostro della parrocchia.

Come cielo, le stelle attorno al gazometro.

Come televisore, un palco sopra il quale si tengono dibattiti, concerti, spettacoli teatrali e giochi.

Come famiglia, gli abitanti del quartiere.

Non solo i parrocchiani.

Tutti.

Tutti quelli che rifiutano una società nella quale il vicino di casa è un avversario e desiderano una comunità popolata di fratelli.

Il mese è giugno.

Tutto giugno.

Il programma non è ancora pronto ma, con gli eventi che abbiamo, si può già dire che sarà ancora più bello di quello  dell’anno scorso riportato nel manifesto più sotto.

Programma degli eventi di quest’anno.

Ma come dicevo più sopra, gli eventi non sono importanti.

La gente è importante.

Gente: non più sconosciuti.

Gli incroci per strada ed i piccoli sguardi di riconoscimento.

Un saluto.

E i vicini sono non più alieni.

Sono fratelli.

Amici.

Che hanno iniziato a parlarsi, una sera in un chiostro d’estate.

 

Giovedì della IV settimana di PasquaMeditazione del giorno di Papa Francesco estratta dall’esortazione apostolica « Evangelii Gaudium / La gioia del Vangelo » §24

“Un apostolo non è più grande di chi lo ha mandato”

La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. … La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,19), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. Osiamo un po’ di più di prendere l’iniziativa!

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