12 Febbraio 2022 “Luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”

Sabato 12 Febbraio, come ogni secondo sabato del mese, abbiamo vissuto l’appuntamento con “Luce nella Notte” Adorazione eucaristica prolungata. Avendo celebrato da poco la Festa della Presentazione del Signore e la XXX Giornata Mondiale del Malato ci siamo soffermati, nella meditazione adorante, su queste due tappe del nostro cammino cristiano: come Simeone abbiamo contemplato Gesù, Luce che illumina le genti; come Maria e Giuseppe nel Tempio di Dio abbiamo offerto noi stessi e le nostre fragilità; abbiamo pregato per tutti gli ammalati e perché il Signore guarisse la nostra infermità.

Due i segni per la riflessione:

  • L’Incenso: tanti chicchi da soli sono poca cosa, ma se uniti col calore del Suo amore possono sprigionare profumo soave che sale a Dio (dopo l’offerta ognuno di noi in processione ha offerto a Gesù un po’ di incenso).
  • l’Olio degli Infermi benedetto il Giovedì Santo dal Papa. Con quest’olio vengono unti gli infermi della nostra comunità. Abbiamo pregato con loro e per loro perché il Signore doni a tutti una speciale grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia. Questa grazia è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla sofferenza e alle croce.

Abbiamo riflettuto inoltre sui temi della sofferenza e della malattia a partire da una poetica riflessione del famoso vescovo di Molfetta don Tonino:

Dalle lettere di mons. Antonio Bello vescovo

Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. L’ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria.

Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo.

Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i morsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non ti disperare, madre dolcissima, che hai partorito un figlio focomelico. Non imprecare, sorella, che ti vedi distruggere giorno dopo giorno da un male che non perdona.

Coraggio. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre «collocazione provvisoria». Il Calvario, dove essa è piantata, non è zona residenziale. E il terreno di questa collina, dove si consuma la tua sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio.

Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce.

C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo: «Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra». Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra.

Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo.

Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio.

Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovrumana. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra un assurdo.

Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.

Prossimo appuntamento Sabato 12 marzo 2022!

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