Politica e Vita, Concretezza e Dottrina Sociale: uno spazio di discussione.

brussels

di Don Fabio Bartoli

Si aggira nel mondo un inquietante fantasma, una malattia dell’anima il cui nome apparentemente seducente nasconde a malapena il malessere che genera, è lo spiritualismo, che potremmo chiamare anche angelismo, ovvero la pretesa di pensare l’uomo disincarnato, come un essere puramente mentale in cui il corpo e tutto ciò che il corpo porta con sé, ovvero la concretezza della realtà che ci determina al di là dei nostri desideri, è solo un peso da ignorare o un fastidio di cui sbarazzarsi al più presto. La cosiddetta ideologia gender è interamente figlia di questa malattia spirituale, ma ad essa appartiene anche la pretesa di possedere le radici della vita con tutto ciò che porta con sé (dalla manipolazione genetica dell’uomo e dell’ambiente, all’eutanasia).

La Chiesa non è immune al contagio di questa malattia che periodicamente è tornata ad inquinare il Cristianesimo. Nei primi secoli si chiamava Gnosi, poi ha assunto altri nomi: Donatismo, Catarismo, Giansenismo eccetera.

Secondo questa visione del Cristianesimo i discepoli di Cristo dovrebbero occuparsi delle cose dello Spirito e lasciare agli uomini del mondo le cose del mondo. Guai a parlare di politica, perché “la politica è una cosa sporca”, guai a pensare di uscire dalle sacrestie, perché “cosa c’entra il vangelo con il mondo del lavoro o della cultura?”, guai a professare pubblicamente la propria fede, perché “la fede è una cosa intima e privata”.

In realtà però il centro della nostra fede è che Dio si è fatto uomo e quindi, per citare il Concilio Vaticano II, “non c’è nulla di autenticamente umano che sia estraneo al cuore dei discepoli di Cristo”. La politica allora diventa la forma più alta della carità, il vangelo è il motore fondamentale della cultura e la fede deve essere professata e praticata in pubblico, altrimenti rapidamente si inaridisce e muore.

Se Gesù non cambiasse radicalmente il mio modo di vivere, se l’incontro con Lui non cambiasse il mio modo di lavorare e di giocare, di studiare e di amare, di ridere e piangere non mi avrebbe davvero redento. Un Gesù che non abbia niente da dire su come mi vesto, su come guadagno i miei soldi, su come impiego il mio tempo non mi interessa, non è il Gesù del Vangelo.

Per questo la Chiesa ha elaborato una precisa “dottrina sociale”, che altro non è che l’applicazione del Vangelo alla gestione della società e dei processi produttivi, in una parola alla politica.

Il nostro Guido ha già cominciato a presentare alcuni lineamenti fondamentali di dottrina sociale, e questo ci sembra talmente importante che vogliamo creare nel nostro sito una finestra specificamente dedicata alla dottrina sociale.

È uno spazio pensato innanzitutto come un luogo di dibattito perché se è vero che i principi fondamentali della dottrina sociale non sono opinabili, perché sono ricavati direttamente dal Vangelo, la loro applicazione concreta però è mutevole, perché si riferisce ad una attualità in continuo mutamento e quindi nessuno può pretendere di derivare da quei principi universali delle conclusioni politiche fisse ed immutabili che pretendano di avocare a sé l’autorità della Chiesa o dello stesso Vangelo.

Si discute non per convincere l’altro, ma per imparare insieme, spero quindi che questo spazio di dibattito, che alternerà la discussione del presente con la definizione dei principi fondamentali, sarà molto frequentato, perché tutti insieme possiamo metterci alla scuola del vangelo ed imparare cosa ha da dirci Gesù sulla concretezza della società e della nostra vita.

Gli ultimi interventi proposti sono riportati qua sotto.

Si sottolinea che tutti gli interventi contengono esclusivamente una opinione personale degli autori.

Dottrina Sociale

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Un microcosmo cristiano

Per la seconda delle nostre “passeggiate romane” proponiamo il sito oggi noto come “Le tre fontane”, anticamente chiamato Acque Salvie.

Pochi luoghi a Roma hanno una tale concentrazione di santità: questo è il sito più probabile del martirio di S. Paolo ed è il luogo in cui Diocleziano fece massacrare il tribuno Zenone e più di diecimila legionari cristiani in quello che è probabilmente il più grande eccidio di massa nella storia delle origini cristiane, qui venne S. Bernardo, il fondatore dei cistercensi, in appoggio a papa Eugenio III, suo figlio spirituale, e qui risiedono i cistercensi prima e i trappisti poi fin dal XII secolo, qui Bernardo ebbe una celebre visione di Maria, e qui hanno la loro curia generalizia le piccole sorelle di Gesù e sono conservate le reliquie del beato Charles De Foucauld, qui infine Bruno Cornacchiola ebbe la visione di Maria presentatasi come Vergine della Rivelazione, in quella che fu una delle più celebri manifestazioni mariane del XX secolo.

Visiteremo questo sito Sabato 9 Novembre, partendo dalla parrocchia alle 15.00 con appuntamento, per chi non potesse venire in parrocchia, all’ingresso dell’abbazia trappista alle 15.30. Come sempre concluderemo la visita con un momento conviviale in pizzeria o in birreria

Errata Corrige

di Don Fabio Bartoli

Presentando l’evento “passeggiate romane” che vedrà protagonista il nostro gruppo delle coppie ho dato erroneamente appuntamento alle 16.00 in parrocchia.

In realtà l’appuntamento è duplice: Sabato 6 Ottobre alle 15.30 in parrocchia oppure, per chi non ce la fa, alle 16.00 davanti a S. prisca sull’Aventino.

La fine dell’incontro è prevista verso le 19.00 dopodiché per chi vorrà si prosegue in birreria (o pub) da decidere al momento

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