Discorso di insediamento di Don Vincenzo

Carissimi fedeli della parrocchia di san Benedetto, vengo a voi con discrezione e rispetto per la storia e il cammino di fede di questa nostra comunità. Compito di un parroco è di valorizzare il tesoro inestimabile che è la fede di tutti i credenti nel Signore Gesù, di quelli che sono impegnati nella vita della comunità, svolgendo un servizio o una collaborazione, come di quelli che non hanno neanche un minuto da dare alle nostre iniziative parrocchiali. Non esistono parrocchiani di serie A, B o C.

Insieme a voi desidero raccogliere e lanciare una sfida, da mettere a fondamento della nostra azione pastorale per i prossimi anni, una sfida che prendo in “prestito” dal nostro Papa Francesco, è la sua idea madre su come vorrebbe una Chiesa all’altezza del nostro tempo.

Papa Francesco parla di una Chiesa sinodale (da sinodo = camminare insieme), una Chiesa pellegrina, che cammina sulle strade del mondo verso un destino eterno, una meta ben precisa: la partecipazione alla stessa vita divina.

Una via tracciata da un Pastore “bello e buono”, Nostro Signore Gesù Cristo, che è venuto nel mondo per radunare i figli di Dio dispersi per condurli al Regno. Una Chiesa in cammino, in uscita, come ama definirla, dove possiamo trovare i nostri compagni di viaggio: le famiglie, i bambini, i ragazzi, i giovani, gli anziani, le persone malate, i poveri bisognosi delle nostre cure e attenzioni, sono questi i nostri compagni di fede e di vita, e tutti insieme camminiamo docili all’azione dello Spirito Santo.

La sinodalità è la sfida che intendo raccogliere e condividere con tutti voi perché noi tutti, compreso io, siamo tentati dalla logica e dalla mentalità di questo mondo: l’individualismo, il protagonismo, il settarismo, l’inerzia e la rassegnazione. Tutto questo produce nei fedeli credenti la tendenza a delegare, a preferire il lamento e la critica all’impegno personale, a dividersi in fazioni e gruppi autoreferenziali che non permettono alla comunità parrocchiale di crescere e di svilupparsi.

Dobbiamo, invece, mettere in comune e condividere i doni che il Signore Gesù ci ha fatto in tutti questi anni e continuerà a farci per sentirci “pietre vive” di una Chiesa che sia segno di autentica comunione e fraternità: Che siano una sola cosa perché il mondo veda che siano un solo amore perché il mondo creda.

Si perché l’amore vero, unico ed autentico, come abbiamo ascoltato nel Vangelo di questa domenica, ce lo insegna Gesù, il nostro maestro dell’amore, con la sua parola e con la sua vita.

Il nostro camminare insieme prevede una sosta: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11,28). In Gesù Eucaristia noi troviamo ristoro, Egli ci nutre con il Suo corpo e il Suo sangue entrando così in intima comunione con Lui e tra di noi.

La parrocchia ha un centro teologico verso il quale tutto deve converge e tutto deve ripartire, questo centro è L’Eucaristia e in particolare l’Eucaristia celebrata la domenica, il giorno del Signore che è anche il giorno della Comunità parrocchiale.

Chiediamo al Signore Gesù, che ci renda testimoni del Suo amore, il Suo Spirito ci unisca tutti in comunione di fede, di speranza e di carità. A te Maria madre della Chiesa affidiamo la nostra comunità parrocchiale, aiutaci ad essere testimoni credibili del Vangelo del Tuo figlio. E a te san Benedetto, patrono della nostra Parrocchia, ci ispiriamo, per tradurre nel nostro impegno quotidiano il profondo legame tra la preghiera e il lavoro.

Grazie

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