GIORNATA DELLA MEMORIA 2022 Francesco: ricordare la shoah è un segno di umanità

In occasione della Giornata della Memoria che si celebra ogni 27 gennaio pubblichiamo la breve riflessione su tale tema che il Santo Padre ha dedicato ieri al termine dell’udienza generale.

Non possiamo non ricordare in quest’occasione don Giovanni Gregorini che è stato parroco della nostra Parrocchia di San Benedetto dal 1942 al 1984, per oltre quarant’anni.

Nel 1943, il trentenne don Gregorini aveva appena preso le redini della parrocchia di san Benedetto, quando si ritrovò a soccorrere un gruppo di ebrei in fuga dai nazisti durante la razzia degli ebrei di Roma, il 16 Ottobre del 1943; vennero accolti e ospitati fino al 3 marzo del ’44, quando la chiesa stessa fu bombardata e quasi completamente distrutta. Nel 2021 a Don Gregorini è stato dedicato un Albero nel Giardino dei Giusti dell’Umanità a villa Pamphili Roma.

“Oggi, anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, si celebra la Giornata della Memoria. Commemoriamo le vittime della Shoah e tutte le persone perseguitate e deportate dal regime nazista”. Le parole di Francesco al termine dell’udienza generale sottolineano l’importanza del Giorno della Memoria che si celebra ogni 27 gennaio. “Ricordare – ribadisce – è una espressione di umanità, ricordare è segno di civiltà, ricordare è condizione per un futuro migliore di pace e fraternità”.

Ricordare anche è stare attenti perché queste cose possono succedere un’altra volta, incominciando da proposte ideologiche che vogliono salvare un popolo e finiscono per distruggere un popolo e l’umanità. State attenti a come è incominciata questa strada di morte, di sterminio, di brutalità.

Cos’è il Giorno della Memoria e la sua istituzione

Esattamente 76 anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz, rivelando così al mondo, per la prima volta, la realtà del genocidio in tutto il suo orrore. Quella data è stata scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per la “Giornata internazionale di commemorazione in memoria delle vittime della Shoah”. Questa ricorrenza fu istituita il 1° novembre 2005 dalle Nazioni Unite con la Risoluzione 60/7. Una decisione presa in un anno significativo: quello del sessantesimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. In Italia il Giorno della Memoria fu istituito cinque anni prima, nel 2000, con il Parlamento italiano che scelse proprio la data del 27 gennaio. Il primo Paese a volere una giornata commemorativa nazionale, fu la Germania, esattamente venticinque anni fa: era il 1996, fu scelto anche allora il 27 gennaio.

David Sassoli: “Auschwitz simbolo del male assoluto”

“Auschwitz ci ricorda e ci insegna ogni giorno di quali nefandezze può essere capace il genere umano se si lascia catturare dal fanatismo, dall’odio e da teorie aberranti, le stesse che ancora oggi spargono sangue innocente in tante parti del mondo, mettendo a rischio la pace, la civiltà e la convivenza reciproca”. Nel corso di una cerimonia svoltasi al Parlamento europeo, il presidente David Sassoli ha pronunciato un discorso in occasione del Giorno della Memoria. “Auschwitz non rappresenta soltanto la sintesi di un’ideologia folle e criminale ma è anche simbolo del male assoluto, del complesso e meticoloso sistema di annientamento posto in essere dall’ideologia nazista. Le persecuzioni naziste si iscrivevano, infatti, in un progetto di società basato su un nazionalismo esasperato, un virus che – lo vediamo spesso anche oggi – può ritornare e che non possiamo mai dare per sconfitto”.

L’omaggio della diocesi di Roma alle vittime della Shoah

La diocesi di Roma ha reso omaggio questa mattina alle vittime dei campi di concentramento in occasione del Giorno della memoria. Nel campo furono deportati gli oltre mille ebrei romani arrestati all’alba dello Shabbat del 16 ottobre 1943. Tornarono solo in 16. Ed è proprio ai piedi della targa che ricorda il rastrellamento del ghetto di Roma che si sono ritrovati per una preghiera silenziosa i vescovi Paolo Selvadagi, delegato diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, e Daniele Libanori, ausiliare per il settore Centro, con numerosi sacerdoti del centro storico. Accolti da Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, e da Ruth Dureghello, presidente della comunità ebraica romana, i sacerdoti hanno posto un cesto di fiori a Portico di Ottavia.

Dopo aver recitato il salmo 130, il De profundis, il rabbino ha ringraziato la diocesi «per l’importante segno di attenzione di vescovi e parroci di Roma, una città dove c’è sempre stata la presenza ebraica. Tra noi c’è sempre stata amicizia e collaborazione – ha aggiunto – e mai come in questo drammatico periodo di turbolenze e minacce, il ruolo di guida dei sacerdoti è fondamentale anche per mantenere alta la memoria nelle comunità a voi affidate». Padre Davide Carbonaro, prefetto della II Prefettura, ha ribadito che conservare la memoria delle atrocità commesse dal nazismo «significa portare avanti la presenza di chi non c’è più. Mantenere alta l’attenzione su quegli avvenimenti è inoltre fondamentale per insegnare alle nuove generazioni che fatti simili non si devono più ripetere. Con la forza del Vangelo facciamo sì che l’amore verso il prossimo si realizzi anche in questo tempo così difficile».

Alla cerimonia hanno partecipato anche gli alunni di quinta della Schola Puerorum, l’istituto musicale per i giovani cantori del Coro della Cappella Sistina. E proprio pensando ai giovani, Ruben Della Rocca, vice presidente della comunità ebraica di Roma, ha rimarcato che mantenere viva la memoria tra i ragazzi è fondamentale soprattutto in riferimento a quanto avvenuto nei giorni scorsi a Livorno, dove un bimbo di 12 anni è stato aggredito perché ebreo. «In questo momento è importantissima l’operazione di cultura e di educazione da parte delle famiglie e del mondo scolastico – ha detto -. È arrivato il momento di dare una svolta altrimenti la giornata di oggi rimarrebbe solo una mera celebrazione. Non è importante il 27 gennaio ma quello che faremo da domani mattina. Abbiamo tutti una grande responsabilità».

Nelle prime ore della mattina a Portico Di Ottavia si è tenuto anche l’omaggio dei presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, che hanno deposto due corone di alloro in largo 16 ottobre 1943. Presente alla cerimonia anche la senatrice a vita Liliana Segre, deportata nei campi di concentramento quando aveva 13 anni e unica della sua famiglia sopravvissuta allo sterminio. «Per chi ha percorso quella strada, per chi ha visto, sentito, per chi ha fatto un passo dopo l’altro nella marcia della morte tutti i giorni sono giorni della memoria – ha affermato -. Ogni anno c’è grande interesse per il Giorno della memoria ma è dal 28 in poi che bisogna ricordare».

 

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