05 Agosto 2022 Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore

PREGHIERA A SANTA MARIA DELLA NEVE

 

Perché festeggiare liturgicamente la dedicazione di una chiesa edificio.. non sono solo “mattoni”?
San Cirillo vescovo d’Alessandria, anticipa di quasi 1.600 anni la risposta, con un’omelia in onore di Maria, tenuta al Concilio di Efeso nel 431: «Salve, o tu che hai accolto nel tuo grembo verginale colui che è immenso e infinito.. Per te i cieli esultano. Per te gli angeli e gli arcangeli si allietano. Per te i demoni sono messi in fuga. Per te il diavolo tentatore è precipitato dal cielo. Per te la creatura decaduta è innalzata al cielo.. Per te sono state fondate le chiese in tutto l’universo.. Chi ha sentito cha al costruttore sia stato proibito di abitare il tempio, che egli stesso ha edificato?».

Ma cos’ha a che fare il Concilio di Efeso con la dedicazione della chiesa che celebriamo?
Quella che oggi è conosciuta col nome di Santa Maria Maggiore, ovvero la chiesa mariana – tra le tantissime dedicate alla Vergine – più importanti della Capitale (oltre che il più antico santuario mariano d’Occidente), nel corso dei secoli è stata chiamata in tanti modi, che in qualche maniera ce ne narrano la storia: se il suo primo nome fu Liberiana, successivamente mutò in Santa Maria ad nives, poi Basilica Sicinini, quindi Santa Maria ad praesepe, infine Santa Maria Maggiore.

Come mai così tante denominazioni?
Nel primo caso il nome lo dovette a papa Liberio (352-366), cui è legata una singolare tradizione: nella notte tra il 4 e il 5 agosto (per alcuni tra il 5 e il 6) del 352, al papa e a Giovanni, un ricco gentiluomo romano, comparve in sogno la Madonna, la quale disse loro di edificarle una chiesa sul colle Esquilino (l’antico colle Cispio), esattamente là dove, in piena estate, sarebbe miracolosamente nevicato.. E così avvenne il mattino seguente! Giovanni ne finanziò la costruzione. Per questa ragione fu chiamata dopo il X secolo Santa Maria ad nives. Ogni 5 agosto, in memoria di quella prodigiosa nevicata, durante la Messa vengono fatti cadere dei petali di rosa bianca.

Circa gli altri nomi invece?
Quello seguente è opera di san Girolamo e dell’amico Rufino, che la chiamarono Basilica Sicinini, poiché dopo la morte di papa Liberio lo scismatico Ursicino la occupò assieme ai suoi seguaci. Il nome cambierà nuovamente in Santa Maria ad Praesepe, poiché papa Sisto III vi creò una “grotta della Natività” simile a quella di Betlemme, ancor prima che potesse ospitare le reliquie della mangiatoia (in latino presepe, appunto) che accolsero Gesù Bambino, ancora oggi conservate sotto l’altare maggiore.

Tornando ad Efeso, qual è il legame con questa chiesa?
Un secolo dopo Liberio, papa Sisto III, proprio per sottolineare quanto avvenuto a Efeso, Concilio in cui Maria è stata proclamata “Madre di Dio”, ricostruì la chiesa con le dimensioni che conserva tuttora, anche se la veste attuale è opera del 1700. Il catino absidale della chiesa  contiene un tesoro più unico che raro: un complesso di mosaici straordinario, che rimandano proprio ai pronunciamenti ufficiali di tale Concilio.

Davvero una chiesa ricca di storia, arte e santità!
E non è tutto: Santa Maria Maggiore non è solo la prima chiesa voluta da un papa anziché da un imperatore, ma anche una delle quattro basiliche (dal greco stoá basiliké, “portico del re”) papali, quelle cioè più importanti, assieme a San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura e San Giovanni in Laterano. Se ad esse aggiungiamo le chiese di San Lorenzo, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le mura (dal Giubileo del 2000 sostituita col più moderno santuario della Madonna del Divino Amore), ecco le celebri “Sette Chiese”, conosciute per via del pellegrinaggio che san Filippo Neri inaugurò, o rese famoso, nel XVI secolo. Santa Maria Maggiore vanta inoltre il campanile più alto di Roma, con i suoi 75 metri, e la statua del re francese Enrico IV, cui è attribuita la frase «Parigi val bene una messa», che potremmo tradurre con «val la pena sacrificarsi per ottenere uno scopo alto». Altri due eventi importanti arricchiscono infine questo edificio: nel giorno di Pasqua del 776 vi fu battezzato Carlo Magno, mentre nell’872 fu ordinato presbitero Metodio, patrono d’Europa assieme a Cirillo, entrambi festeggiati il 14 febbraio.

«Ricordaci Maria, nostra mamma “maggiore”, di ricorrere a te in ogni momento. Mostraci il luogo in cui possiamo riconoscere Gesù, fattosi bambino per noi, e donaci la tua fede, capace di credere all’impossibile. Perfino che possa nevicare in piena estate..».      

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