La diocesi di Roma a Lourdes con sei vescovi

Il tradizionale pellegrinaggio diocesano di fine agosto a Lourdes, quest’anno, non sarà guidato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, che sarà impegnato con il Concistoro voluto da Papa Francesco per la creazione di ventuno nuovi porporati. Al suo posto, accompagneranno i pellegrini ben sei vescovi della diocesi, che presiederanno a turno le varie celebrazioni, dal 27 al 31 agosto. Ci saranno i nuovi vescovi ausiliari Baldassare ReinaRiccardo Lamba e Daniele Salera, che avranno così modo di conoscere meglio i circa 300 fedeli e i 15 sacerdoti partecipanti; e ancora i vescovi Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria; Dario Gervasi, ausiliare del settore Sud; e Guerino Di Tora, già ausiliare del settore Nord.

Cinque giorni di viaggio, con l’organizzazione dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che saranno scanditi da momenti di preghiera, celebrazioni e visite ai luoghi in cui la Vergine Maria apparve a Bernadette Soubirous. «Partiremo a bordo di tre aerei, di cui un volo charter interamente riservato a noi», anticipa monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera Romana. Poi racconta come, quest’anno, il pellegrinaggio diocesano coincida con un anniversario particolare. Esattamente 50 anni fa, proprio il 27 agosto, l’allora vicario della diocesi di Roma, il cardinale Angelo Dell’Acqua, si trovava a Lourdes per il pellegrinaggio diocesano. E lì, all’improvviso, sull’Esplanade, all’età di 68 anni, ebbe un attacco cardiaco e morì. Per questo, la prima sera a Lourdes, i pellegrini romani parteciperanno a una fiaccolata in memoria del porporato. «È stato un avvenimento importante per la storia della diocesi di Roma – sottolinea monsignor Chiavarini – e desideriamo ricordare il presule originario della Lombardia».

Tante le intenzioni che si accavallano nelle preghiere dei fedeli, nel Santuario alle pendici dei Pirenei. C’è chi partecipa al pellegrinaggio ogni anno, chi parte con un gruppo parrocchiale, chi da solo, per pregare, chiedere, ringraziare. «Il pellegrinaggio a Lourdes procede sempre su un doppio binario – spiega ancora il sacerdote responsabile dell’Orp –: da una parte la fedeltà alla programmazione del Santuario stesso, che quest’anno invita a riflettere su “Andate a dire ai sacerdoti….”, dunque sulla dimensione ecclesiale. Dall’altra c’è il programma diocesano: il cardinale De Donatis ci tiene che Lourdes segni idealmente l’inizio dell’anno pastorale, dopo le ferie estive. Si mette tutto nelle mani di Maria e si riparte insieme».

Intanto già si pensa agli altri pellegrinaggi diocesani, a ottobre e a novembre. Il primo, attorno al 13 ottobre, a Fatima, sarà guidato dal vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità. «Il 13 ottobre è la data dell’ultima apparizione a Fatima, ed è una ricorrenza molto sentita sia nel santuario che dai portoghesi tutti – riflette monsignor Chiavarini –. In questo Fatima è molto diversa da Lourdes, perché vive dei momenti celebrativi forti. Fatima è molto legata alla Grande Guerra, e in questo contesto di conflitto risuonerà ancora più forte la nostra preghiera per la pace». Infine la Terra Santa, dal 21 al 28 novembre, con la guida del vescovo Dario Gervasi. «Il pellegrinaggio in Terra Santa è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita – dice ancora il sacerdote –, per lasciarsi meravigliare dal fascino di quei posti appena accennati nella Sacra Scrittura. Riscopriremo insieme il Vangelo di Luca, riferimento dell’anno liturgico. Questa terra invita tutti! Entrarvi significa inoltrarsi nella storia, nella cultura più antica, per le testimonianze delle civiltà che vi sono passate e per la convivenza di Ebrei, Cristiani e Musulmani, che custodiscono qui i luoghi più santi delle tre religioni monoteiste».

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