Pastorale sociale: si riparte da “La nostra casa comune”

L’anno pastorale iniziato con un incontro incentrato su cura del creato e cambiamento d’epoca. Il vescovo Salera: «Chiamati a stare in un mutamento progressivo».

“La nostra casa comune. Come custodirla per prenderne cura”. Questo il tema dell’incontro con il quale ieri sera, 19 settembre, l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro ha aperto l’anno pastorale, lanciando idee e proposte per il cammino che sta iniziando. Nella sede della Fondazione don Luigi Di Liegro, in via Ostiense, si è parlato di come tutto nell’ambiente sia connesso e di come sia compito del cristiano saper riconoscere i segni dei tempi che cambiano. Cambiamenti e «ristrutturazioni» su cui ha messo l’accento anche il vescovo Daniele Salera, delegato diocesano per la Pastorale dell’ambiente, soffermandosi sulla riforma della curia romana voluta da Papa Francesco la quale ha aperto «una fase nella vita della Chiesa molto particolare». Con l’entrata in vigore della costituzione apostolica Praedicate Evangelium, ha osservato, ha preso vita «uno sviluppo integrale di tutte le tematiche di cui la Chiesa si è occupata. Abbiamo difronte una curia romana che si sta evolvendo con una velocità a cui tutta la Chiesa dovrebbe adeguarsi. Abbiamo finalmente un riferimento chiaro e una richiesta esplicita che il Papa fa attraverso i suoi scritti e questa ristrutturazione della Chiesa. Sta a noi cogliere il testimone perché è vero che tutto è connesso e noi siamo chiamati a stare in un cambiamento progressivo che non deve spaventarci».

A fare gli onori di casa, monsignor Francesco Pesce, direttore dell’Ufficio diocesano, il quale, parlando del creato come dono da salvaguardare, tra crisi ambientale e sociale, ha rimarcato che compito del cristiano è quello di contribuire al cambiamento d’epoca: prendere parte a quella che Bergoglio definisce «rivoluzione culturale», attraverso la fede. «Noi siamo nel sistema ma non del sistema e una scelta di campo va fatta – ha detto -. Siamo convinti che sia possibile un mondo senza armi, la cui corsa è diventata una follia; è possibile avere una città diversa, un cielo e un mare più puliti. Nostro compito è riconoscere i segni dei tempi. Non possiamo cambiare la realtà ma possiamo leggerla con gli occhi del Signore».

“Tutto è connesso. Nuove declinazioni e nuovi linguaggi per una ecologia che sia integrale” il tema affrontato da Cinzia Scaffidi, direttrice del centro studi Slow Food e docente all’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Esperta delle tematiche legate alle connessioni tra cibo, cultura, sostenibilità e diritti, partendo dall’agricoltura ha spiegato la differenza tra la teoria del riduzionismo che va avanti da secoli e quella della complessità, che procede «grazie ai cittadini che hanno a cuore l’ambiente». Se con il riduzionismo si punta esclusivamente al profitto, senza tenere in considerazioni gli sprechi e i danni ambientali, chi opta per un’agricoltura complessa pensa invece ai benefici che a lungo termine ne trarrà la natura, mettendo in atto una serie di misure non inquinanti. «La sostenibilità ha sicuramente un costo – ha affermato Scaffidi -, ma lo ha anche la non sostenibilità. Basti pensare ai picchi di malattie oncologiche che si registrano in aree rurali. Per cambiare le cose ci vuole anche la volontà politica. Bisogna pensare alla cura che può portare profitto e non mettere gli utili al primo posto. Così facendo ci si dimentica della cura».

Oliviero Bettinelli, vice direttore dell’ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro ha presentato il programma per il 2022-2023 che sarà scandito da momenti di formazione, spirituali, approfondimenti e focus su lavoro, biodiversità, pace, giustizia sociale. Si parte lunedì prossimo, 26 settembre, sempre nella sede della Fondazione don Luigi di Liegro, con un incontro sulle comunità energetiche e l’economia circolare. «Il programma di quest’anno sarà un cantiere aperto alle idee che potrebbero scaturire durante ogni incontro – ha detto Bettinelli -. Ci saranno momenti di confronto con le comunità parrocchiali e nei vari settori della diocesi, per crescere insieme e avviare un cammino a tutela della casa comune».

(Articolo su ROMASette.it di Roberta Pumpo pubblicato il 20 Settembre 2022)

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