Oggi per noi è nato il Salvatore

Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.

All’’uomo di oggi, che è poi l’uomo di sempre, l’uomo che è ciascuno di noi, viene comunicata una notizia che dilata il cuore: oggi ti è stata donata, regalata la salvezza con un puro atto d’amore.

Dobbiamo chiederci se in un mondo come il nostro, l’uomo di oggi attende di essere salvato e poi da chi e da che cosa? Forse anche noi non abbiamo ben chiaro che cosa significa Salvezza, immediatamente pensiamo che il Figlio di Dio si sia incarnato per liberarci dai nostri peccati, oppure che sia stato mandato da Dio per risolvere i problemi che angustiano la nostra esistenza.

Prima di tutto Salvezza deriva da salus da cui salute, quindi salvare significa prima di tutto, rendere forte, custodire, conservare, “salvaguardare”.

Salvare è: condurre qualcuno a realizzare lo scopo della sua esistenza, permettergli di “compiersi”, di trovare il proprio destino. Dio si è incarnato per donarci il senso pieno della nostra vita, per condurci alla felicità e alla beatitudine eterna, alla partecipazione della Sua stessa vita divina: “Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in pienezza, in abbondanza”.

Ma la cosa più straordinaria è che la salvezza giunge a noi non imposta, non nella potenza, ma da un Dio-bambino, fragile, indifeso, debole, disarmato. Questo è lo stile di Dio, di un Dio mite e umile, ricco di amore e misericordioso. “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia…”. Questo Bambino è tutto per noi, è Dio che si presenta alle sue creature e si rivela nel segno della povertà, dell’umiltà, è per noi un invito, come ci ricorda san Paolo nella seconda lettura: “a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.”.

Questo Natale allora è l’occasione giusta per ripartire da Dio, per rimettere il Signore Gesù al centro della nostra vita, delle nostre relazioni, delle nostre scelte e decisioni importanti.

Il nostro presente e il nostro futuro è in quel figlio che ci è stato dato, nella piccolezza e nella fragilità, nella profondità delle beatitudini, nell’esercizio della povertà, del perdono, dell’umiltà, della pace.

Non mi resta allora che augurare a voi tutti e alle vostre famiglie, anche a nome della comunità dei sacerdoti della nostra parrocchia, un Santo Natale ricco di pace e di serenità con la mia particolare benedizione.

Don Vincenzo-parroco.

 

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